MUSEI IN ALTA QUOTA

Siete mai stati in un museo a 2275 m di altezza? A Plan de Corones in Alto Adige è possibile.


A plan de Corones, in uno dei comprensori sciistici più belli delle Dolomiti, sopra Brunico, sono stati realizzati ben due musei: il Messner Mountain Museum e il Lumen museo della fotografia di montagna. 

Il Messner Mountain Museum fa parte del circuito di sei musei voluti dal grande alpinista italiano Reinhold Messner per celebrare e raccontare la montagna. Sono sei musei dislocati in alto Adige e Cadore, sei edifici con una storia da raccontare, in alcuni casi architetture antiche ristrutturate e riorganizzate, nel caso di quello a Plan de Corones, una struttura nuova, per la quale è stata chiamata la famosa e ormai scomparsa archistar Zaha Hadid. L’edificio in alta quota è stato realizzato tra il 2013 e il 2015, ha uno sviluppo di 1000 mq ed è posto su tre livelli, ma è stato realizzato in modo da aver un impatto sul territorio minimo, pur avendo una struttura originale e contemporanea. I corpi, tre grandi vetrate a specchio, sembrano infatti emergere dal terreno, come occhi che guardano il meraviglioso paesaggio circostante. 

“Nella prima una finestra che guarda a sud-ovest sulla vetta Sass di Peitlerkofel, nella seconda, un’altra finestra dovrebbe guardare a sud, verso la vetta Heiligkreuzkofel, nella terza, un balcone dovrebbe essere rivolto a ovest verso l’Ortles e Alto Adige” Reinhold Messner

In questo modo l’architettura semi ipogea sfrutta l’andamento del terreno, e diventa essa stessa attrazione e punto focale dell’altopiano. Impossibile infatti arrivare in vetta e non chiedersi cosa sia quell’edificio.

Sezione fonte sito Zaha Hadid

L’idea di realizzare musei della montagna è nata per celebrare una disciplina tanto pericolosa quanto entusiasmante: superare i limiti umani, sfidare sé stessi e la natura, raggiungere obiettivi sempre più faticosi e impegnativi, spronare l’uomo ad essere sempre più forte e coraggioso. Nei musei vengono raccontate le storie dei personaggi che hanno fatto imprese eroiche e temerarie e che hanno scalato vette sempre più alte e difficoltose. Sono conservati inoltre gli attrezzi, quelli più vecchi fino a quelli più moderni, i cimeli e quadri che ritraggono la montagna.Nel piccolo auditorium Messner racconta alcune delle sue esperienze ed è affascinante ascoltare i suoi racconti, le imprese riuscite, i drammi e le sconfitte, perché non sempre i progetti vanno come programmato e gli imprevisti, a volte anche molto dolorosi, possono travolgere lo scalatore, così come in qualsiasi altra occasione nella vita. 

Sempre sulla vetta di Plan de Corones è stato realizzato un museo dedicato alla fotografia di montagna: un tributo non solo agli scalatori ma anche ai fotografi, ai pionieri di questo arte oggi tanto diffusa, ma che un tempo era appannaggio di pochi esperti e che, soprattutto, avevano a disposizione attrezzatture ingombranti e poco maneggevoli. Il museo è stato costruito nell’ex stazione del primo impianto di risalita di Plan de Corones che era stato realizzato nel 1963. Un recupero in chiave contemporanea, un edificio bianco, che ben si mimetizza durante la stagione invernale, si protrae dalla montagna sorretto da pilastri nella roccia. 

Sviluppato su quattro piani, contiene esemplari di tutte le epoche, dalle prime enormi macchine fotografiche, fino a moderni e piccoli mezzi che tutti noi conosciamo ed utilizziamo. Appese inoltre vi sono moltissime foto e didascalie che raccontano i personaggi, le imprese e le storie di chi ha scalato le montagne per immortalare la natura e i magnifici paesaggi. 

Tra le attrazioni del museo vi è anche una stanza degli specchi, un affascinante spazio in cui vedersi all’infinito, confondersi e perdersi. 

La parte aggettante del museo Lumen è dedicata al ristorante AlpiNN Food Space & Restaurant, in cui lo chef stellato altoatesino Norbert Niederkofler ha coniugato innovazione e tradizione, esperienza e genuinità, sapori e qualità delle materie prime.


"In ogni mio piatto cerco di raccontare le mie montagne, la fatica dei contadini e degli allevatori, la qualità dei loro prodotti, le tradizioni tramandate, la cura, la costanza e la leggerezza."

La sala del ristorante domina tutta la valle, ammaliando i fruitori con lo scenario delle Dolomiti, e facendo ancor di più apprezzare la sosta e la pausa pranzo durante la visita ai musei o nelle fredde giornate invernali tra una sciata e l’altra.

Un paesaggio maestoso, uno scenario naturale incredibile e poi, la mano dell’uomo che, sapientemente e con attenzione, ha inserito elementi antropici che ben si adeguano al contesto senza stravolgerlo, senza creare mostri architettonici o strutture invasive. 

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