STATI UNITI_on the road

La vista di San Francisco da Belvedere Tiburon

Estate 2016 un lungo viaggio tra California, Nevada, Utah e Arizona: 4800 km, 4 Stati, 19 giorni, 7 alloggi tra alberghi, appartamenti e motel, questi alcuni dei dati di uno strepitoso road trip sulla west coast degli Stati Uniti.

Un viaggio indimenticabile tra città, spiagge, deserto, paesaggi mozzafiato, icone americane e luoghi del nostro immaginario collettivo che, almeno una volta nella vita, tutti vorremmo visitare.

San Francisco ci ha accolti avvolta nella nebbia, con il suo inconfondibile ponte rosso, il Golden Gate Bridgei cable car che si arrampicano sulle ripide strade della città e le case vittoriane di Alamo Square.
Dalla cittadina di Belvedere Tiburon è possible ammirare lo skyline della città, la baia e le barche a vela.

Il Golden Gate Bridge

Dopo aver lasciato la fredda e nebbiosa San Francisco siamo scesi a sud, attraverso la Highway 1 fino ad arrivare a Carmel, uno dei paesi che più amo della California, e nonostante la foschia il paesaggio aveva un fascino incredibile. La 17 mile drive è una delle strade più suggestive dell'alta California, da percorrere lentamente, farcendo decine di foto e godendosi il panorama mozzafiato della costa frastagliata a picco sull'Oceano Pacifico.

Cypress Point Lookout

Lasciata la costa californiana ci siamo a diretti nella pazza Las Vegas per iniziare il tour in Arizona. Luci al neon, eccessi, finti scenari, hotel di lusso, divertimento, casinò, tutto questo e molto altro si trova a Las Vegas! 

Las Vegas Sign


Lasciata Las Vegas è iniziato il vero #ontheroad nelle deserte e assolate strade fino alla cittadina di Page, nella Riserva Navajo, dove, nel pomeriggio abbiamo visitato Horseshoe Bend.

Horseshoe Bend

Il nome gli è stato conferito perchè è un'insenatura a "ferro di cavallo" dove il fiume Colorado segue l'andamento delle rocce, lasciando al centro un grosso masso.
La mattina seguente avevamo prenotato la visita all'Antelope Canyon, uno dei luoghi che più sognavo di vedere. Poco conosciuta al largo pubblico, è diventata negli ultimi anni una meta imperdibile per gli appassionati di viaggi. E' un canyon nel quale bisogna entrare ed è possibile camminare sulla sabbia con il naso all'insù, guardando la luce penetrare dalle fessure e osservando la roccia rossa, levigata nei secoli dal vento e dell'acqua. Un vero e proprio spettacolo della natura.

L'interno dell'Antelepe Canyon

Subito dopo la visita all'Antelope Canyon ci siamo rimessi in strada fino ad arrivare al Four Corners, il luogo dove si incontrano quattro Stati, in mezzo a nulla, scoperto vedendo una puntata di Breaking Bad.
E poi da lì, senza incontrare per km e km nessun'altra auto, su strade dritte e infinite, con il cuore che batteva a mille per la meta che ci aspettava, ecco davanti uno dei paesaggi naturali più noti degli Stati Uniti: la Monument Valley.

Il tramonto alla Monument Valley

E' stata sicuramente la meta più emozionante del viaggio, ci siamo concessi il lusso di alloggiare in una Premium Cabin dell'albergo The View  proprio difronte ai grandi massi di arenaria, famosi per i film western, per le corse a cavallo e i pistolero che si inseguivano nella lontana corsa verso verso l'ovest. In realtà qua il tempo sembra essersi fermato, la natura selvaggia ha il sopravvento, i colori ammaliano e non si può che rimanerne incantati.
Anche la Monument Valley fa parte della Navajo Nation Reservation e tutta la zona è gestita dai nativi americani, una sorte di Stato dentro lo Stato con ingresso a pagamento.

The Premium Cabin al The View

L'alba dalla nostra camera

La mattina seguente abbiamo puntato la sveglia per vedere l'alba, uno spettacolo indimenticabile: il sole all'orizzonte, la musica di Morricone di "C'era Una Volta Il West" di sottofondo e un nodo alla gola per il paesaggio sconfinato davanti ai nostri occhi.
La meta successiva è stato il vasto e maestoso Grand Canyon, da ammirare al tramonto, quando il sole infuoca la roccia e tu ti senti piccolo piccolo davanti all'immensità del creato...

Il Grand Canyon al tramonto

E' la luce calda del tramonto che conferisce ancor più fascino a questo immenso e straordinario scenario.

Dettagli al Grand Canyon

Dopo aver trascorso la notte nella cittadina di Tusayan ci siamo rimessi in auto e sul percorso tra il South Rim e Las Vegas, abbiamo percorso una parte della mitica Route 66, icona degli anni '50 e sinonimo di viaggio, di migrazione, di spostamento verso quell'Ovest considerato come meta di salvezza durante il Dust Bowl, la grande siccità degli ani '30.
La Route 66 venne definita Mother Road (Strada madre) da John Steinbeck nel libro The Grapes of Wrath (Furore) e oggi è considerata una tappa obbligatoria per gli amanti degli Stati uniti.

Seligman, una delle tappe della vecchia Route 66

Dopo un'altra notte a Las Vegas ci siamo spostati a sud, attraversando il deserto del Mojave, passando per lo spettrale paese abbandonato di Amboy e percorrendo le strade che si vedono nei film, con le cassette delle lettere a lato e le abitazioni lontane centinaia di metri, nel nulla. 

On the road nel deserto del Mojave

Roy's Cafe ad Amboy

Lungo le strade polverose e deserte

Molti km nl deserto fino ad arrivare al Joshua Tree National Park, quello cantato degli U2, un paesaggio surreale, un cielo azzurro intenso, caldo soffocante, terra brulla e gli strani alberi di Giusuè che si ergono con i loro rami simili a piante grasse. 

Joshua Tree National Park

Il tardo pomeriggio l'abbiamo passata rilassati in piscina al The Saguaro Palm Springs, alloggiando nel bellissimo hotel di design, colorato, con dettagli modernisti, palme, ombrelloni gialli dove rinfrescarsi dal caldo terrificante del deserto.

The Saguaro Palm Springs Hotel

Dopo Palm Springs siamo tornati sulla costa californiana facendo tappa a San Diego, dove mi sono innamorata di Coronado, una zona residenziale, con una lunghissima e bianca spiaggia, tranquilla, chic e molto west coast. A San Diego si respira un'aria rilassata, si trovano moltissimi locali messicani e si possono fare romantiche passeggiate sulle lunghissime spiagge, guardando le onde dell'oceano, i bambini giocare e il sole calare all'orizzonte.

Coronado a San Diego

Da San Diego siamo saliti fino a Los Angeles, città caotica, dispersiva, con quartieri bellissimi come Beverly Hills accanto a zone degradate, palme e tramonti indimenticabili. Città dai forti contrasti ma da vedere, nonostante tutto. LA ci sembra di averla vista mille volte, nei film, nelle serie tv, nelle pubblicità e andarci di persona è come entrare nel grande schermo e bucare il tubo catodico. Grandi distanze, strade larghissime, traffico, distanze percorribili solo con l'auto, spiagge ma anche business e, purtroppo molti homeless rimasti per strada dopo la grande crisi degli ani scorsi.
Andare alla ricerca dell'iconica scritta è tappa obbligata, da immortalare a testimonianza che non esiste solo nei film.

Hollywood hills

Los Angeles è anche km di spiagge, lcune più selvagge e popolari, altre esclusive e da vip con ville costosissime affacciate sull'oceano. E Malibù rappresenta la quintessenza dello stile californiano di chi può permettersi la casa direttamente sulla spiaggia.

Malibù

Un'altra delle icone di Santa Monica e di tutta la costa sud della California, sono le postazione dei guardia spiaggia, inconfondibili edifici, che portano alla memoria per i non più giovani, i bagnino e le bagnine di Baywatch.


Una delle iconiche beach guard sulla spiaggia

Nella zona centrale di Los Angeles è stato realizzato il Walt Disney Concert Hall, disegnato dal famosissimo architetto Frank Gehry che proprio in città ha la sua abitazione principale e uno dei suoi studi. La struttura in acciaio dalle forme sinuose e inconfondibili è diventata uno dei simboli della Los Angeles contemporanea.

Walt Disney Concert Hall

Non si può tornare dalla California senza aver visto uno dei tramonti sul molo, con il sole che scompare dietro l'orizzonte, la gente che passeggia, i surfisti in acqua e tanti sogni per la testa.

Manhattan Beach

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